Iniziamo con un piccolo excursus storico: quando, come e perché ti è venuta l’idea di proporre un Invitational Legacy a livello nazionale?
«L’Invitational Legacy nasce nel 2010 nella community dell’allora Tipo1.it, due anni dopo quello Vintage. La prima edizione si è svolta a Bologna, mentre le successive quattro a Milano; nel 2016 si è spostato a Torino per un anno, per poi fare ritorno a Bologna ed essere gestito interamente da me dal 2017. Mi sono fatto carico di questa organizzazione perché mi piace poter dare il mio contributo per preservare questa tradizione tanto cara alla community e poter vedere ogni anno un torneo con l’élite del Legacy italiano.»
Sicuramente sei un appassionato di numeri e statistiche e nella tua rubrica Mai dire Legacy analizzi periodicamente il metagame online e quello cartaceo a livello nazionale: da dove nasce questa passione che ti porta a “smazzare” una tale mole di lavoro?
«Ho iniziato dal 2017 insieme a Manuel “Anuel” Drudi e Marco Montani a registrare prima dei video offline e poi a fare delle vere e proprie dirette Twitch, durante le quali analizziamo nel dettaglio i vari eventi, cartacei e online, partendo dai dati di cui disponiamo, come ad esempio la percentuale di presenza nel metagame del torneo, il win rate di un determinato archetipo e le scelte di build dei giocatori in Top8. Non nego che si tratta anche di un feticcio personale: adoro collezionare liste e dati, in modo da tenere traccia dell’evoluzione negli anni del metagame nazionale ed internazionale.»
Iniziamo con un piccolo excursus storico: quando, come e perché ti è venuta l’idea di proporre un Invitational Legacy a livello nazionale?
«L’Invitational Legacy nasce nel 2010 nella community dell’allora Tipo1.it, due anni dopo quello Vintage. La prima edizione si è svolta a Bologna, mentre le successive quattro a Milano; nel 2016 si è spostato a Torino per un anno, per poi fare ritorno a Bologna ed essere gestito interamente da me dal 2017. Mi sono fatto carico di questa organizzazione perché mi piace poter dare il mio contributo per preservare questa tradizione tanto cara alla community e poter vedere ogni anno un torneo con l’élite del Legacy italiano.»
Sicuramente sei un appassionato di numeri e statistiche e nella tua rubrica Mai dire Legacy analizzi periodicamente il metagame online e quello cartaceo a livello nazionale: da dove nasce questa passione che ti porta a “smazzare” una tale mole di lavoro?
«Ho iniziato dal 2017 insieme a Manuel “Anuel” Drudi e Marco Montani a registrare prima dei video offline e poi a fare delle vere e proprie dirette Twitch, durante le quali analizziamo nel dettaglio i vari eventi, cartacei e online, partendo dai dati di cui disponiamo, come ad esempio la percentuale di presenza nel metagame del torneo, il win rate di un determinato archetipo e le scelte di build dei giocatori in Top8. Non nego che si tratta anche di un feticcio personale: adoro collezionare liste e dati, in modo da tenere traccia dell’evoluzione negli anni del metagame nazionale ed internazionale.»
Parliamo della modalità di assegnazione degli inviti: oltre agli slot riservati alle varie leghe locali su tutto il territorio italiano, vengono assegnati alcuni slot ai giocatori che si sono particolarmente distinti nei grandi eventi Legacy o nelle challenge su MtGO. Parlaci un po’ delle logiche alla base della decisione di invitare anche questa selezione di giocatori più meritevoli?
«Agli Invitational di 15 anni fa era consentita la partecipazione solo ai qualificati delle grandi leghe italiane che dovevano avere come affluenza media minima 30 persone. Chiaramente i tempi cambiano ed il formato diventa sempre più di nicchia e per questo sono dovute cambiare anche le modalità di invito. Non c’è un’affluenza media minima richiesta per entrare nel circuito perchè mi è sempre piaciuta la possibilità di includere tutte le realtà italiane, per cui ogni lega può qualificare fino a 3 giocatori. Poi ho introdotto gli slot per chi fa Top8 a due big event (italiani e non) in modo da poter permettere anche a chi non ha la possibilità di partecipare a nessuna lega di qualificarsi con questi risultati importanti. Infine, con la pandemia ed il lockdown, mi è sembrato giusto introdurre pure chi si è distinto su MtGO e penso che manterrò questi slot anche in futuro.»
Per la quarta edizione consecutiva, l’Invitational sarà totalmente sponsorizzato da Arcana Distribution che metterà in palio i premi per tutta la Top 8: come è nato e come si è sviluppato questo “sodalizio” con Giulio Trapani ed il suo staff?
«Giulio e Arcana, come ben sappiamo, sono delle istituzioni per quanto riguarda MtG in Italia: io lo conosco molto bene e ci ho pure fatto dei GP in giro per il mondo come compagno di camera. L’esigenza di avere uno sponsor è nata dalla mia volontà di non voler chiedere contribuiti economici alle varie leghe come si faceva in passato. Questo permette di avere meno problemi con l’organizzazione del torneo, mantenendo comunque ottimi premi.»
Prospettive per il futuro: confidando sempre nella collaborazione puntuale delle varie leghe, prevedi di riuscire a mantenere il tuo impegno per l’appuntamento annuale dell’Invitational Legacy?
«Credo proprio di sì: mi diverto sempre ad organizzare questo fantastico evento che ogni anno offre un livello di gioco molto alto grazie ai nostri migliori giocatori… poi mi piace molto cosegnare la coppa al vincitore.»
Anche quest’anno l’Invitational si terrà a Bologna durante un 4 Seasons: quanto è divenuta importante questa realtà nel panorama torneistico italiano, alla luce della grande affluenza di giocatori nazionali ed internazionali riscontrabile ad ogni edizione (tenuto conto sia dei numeri pre-pandemia che dei numeri registrati durante questi ultimi due anni)?
«Bologna è diventato il centro del Magic italiano: a testimonianza di ciò, basti pensare che il GP Legacy del 2019 fu fatto lì e anche il GP del prossimo luglio verrà disputato in fiera a Bologna. Sono stato presente a tutti i 4S e conosco molto bene gli organizzatori, quindi ho visto nascere e crescere questa splendida “creatura” organizzata prima di tutto per i giocatori e non per guadagnarci.»
Si può dire che il 4 Seasons ha raccolto l’eredità lasciata dall’Ovino, rielaborando ed ampliando l’offerta in termini di varietà di formati nei tornei e di quantità di edizioni durante l’anno, passando da uno o due a quattro appuntamenti fissi?
«Assolutamente sì. I punti di forza rispetto all’Ovino sono: la centralità geografica di Bologna, una location che non ha mai avuto nessuno in Italia (e probabilmente non avrà mai), dotata di qualsiasi comfort e con un ristorante inimitabile. Infine uno staff arbitrale enorme e preparatissimo, paragonabile come livello a quello di un GP.»
Che metagame ti aspetti all’Invitational e, più in generale, al main event del 4 Seasons?
«Tanti, TROPPI Delver. A parte gli scherzi, credo che i Delver saranno meno rispetto al 20-25% che si trova online: al massimo si attesterà su un 15% seguito dagli UWR Control e D&T per il quale noi italiani abbiamo una passione particolare. All’Invitational però è probabile che i giocatori sceglieranno il proprio pet deck piuttosto che un tier: strategia che paga quasi sempre nel nostro formato, quindi non è detto che il metagame rispecchierà quello del main event di domenica.»
Ma oltre all’analista e all’organizzatore, so che c’è anche un Nicola Guidi (bravo) giocatore… che tipo di giocatore sei (aggro/control/midrange/combo)?
«Ho giocato quasi sempre solo Legacy, iniziando nel 2006 con i tornei della Bocciofila di Finale Emilia, dove il mitico Bevi organizzava anche uno dei primi big event italiani, ovvero l’Earthquake. Iniziai con Solidarity, antenato di Spiral Tide: da lì quasi solo combo con la preferenza per i vari Storm come ANT e TES. Bravo non lo so… mi definisco onesto mestierante.»
Vuoi aggiungere qualche considerazione personale?
«Vorrei solo ringraziare tutti gli organizzatori delle leghe per aiutarmi in questo progetto, Anda e Gabe che organizzano magnificamente il 4S e mi concedono lo spazio per il torneo ed infine tutta la community del Blue Dojo, in particolar modo Samu e Covoni che gestiranno lo streaming dell’evento e hanno fatto le grafiche del tappetino.»
